Salvini all’Interno se a Di Maio andranno gli Esteri
Si delineano le strategie di Matteo Salvini per la trattativa odierna con il M5S. Prende forma quindi l’eventuale esecutivo Lega-Di Maio.
Ritornano le vecchie formule. L’accordo tra il carroccio e i pentastellati riprende i temi dei governi “bicolori” della prima Repubblica. Quando la DC si accordava con il PSI.
E intanto gli accenni ad un “governo a tempo” si sentono sempre meno. Oggi stesso le parti potrebbero trovare l’accordo. Dopo che Berlusconi ha dato in un certo senso il via libera.
L’ex-cavaliere ha fatto il richiesto passo a lato. Berlusconi ha però avvertito: “In caso di mancato accordo, nessuno potrà accusare noi”.
Resta in bilico anche la posizione di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni pare decisa a restare all’opposizione, anche se all’interno del partito c’è chi l’avverte che questa posizione potrebbe farla definire contraria al nuovo.
La discussione tra Salvini e Di Maio verterà quindi esclusivamente sulle poltrone. La Lega proporrà Giorgetti o la Bongiorno per la Presidenza del Consiglio. Matteo Salvini si insedierebbe al Viminale, ma solo se a Di Maio andasse il Dicastero degli Esteri. Ricorrono anche i nomi degli economisti Alberto Bagnai, Claudio Borghi e Armando Siri.
L’esecutivo nasce sulle basi di un patto su tre temi fondamentali: Legge Fornero, reddito di cittadinanza e migranti. Questioni spinose, ma sulle quali pare ci sia la convergenza dei due gruppi. Resta fuori dall’accordo la posizione reciproca rispetto al conflitto di interessi. E i maligni sussurrano che sia stato il prezzo pagato a Berlusconi per farsi da parte.